Il commento trimestrale sulle attuali sfide economiche, politiche e sociali, direttamente dalla penna di Edouard Carmignac.
Gentile Signora, Egregio Signore,
Dopo due anni nella morsa del Covid e delle sue varianti pluridimensionali, avevamo il diritto di sperare in una primavera più serena. Patatrac! La barbara invasione dell’Ucraina sta compromettendo il ritorno a sorti migliori dal punto di vista politico ed economico. Tuttavia, a un’analisi più approfondita, questi due aspetti negativi potrebbero essere forieri di un nuovo ordine mondiale, più promettente di quanto possiamo immaginare.
La disfatta dell’esercito russo in Ucraina è stata un evento inaspettato. A nostro avviso, rivela una realtà che ci risulta difficile intravedere: così come è stato per l’Impero russo all’inizio del ventesimo secolo, la Russia contemporanea è tornata a essere “un colosso dai piedi di argilla”. Come nel caso di Caterina II, siamo colpiti dagli stratagemmi ottici che il suo ministro Potemkine predispose lungo la ferrovia per nascondere alla Zarina la povertà di alcuni villaggi. Eppure, i dati schiaccianti relativi alla gestione dell’economia russa sono assolutamente accessibili. Come è possibile pensare che con un prodotto nazionale lordo inferiore a quello dell’Italia, la Russia possa disporre di un esercito moderno, dotato delle tecnologie più avanzate, quando deve garantire la copertura di un intero continente? Il budget militare, pur assorbendo quasi il 5% del reddito nazionale, rappresenta meno del 10% del budget dell’esercito statunitense. Il peso di questo budget, a cui si aggiunge “la distribuzione” di quasi il 10% della ricchezza nazionale agli oligarchi, condanna l’economia a fare del proprio meglio per restare a galla. Peggio ancora, il reddito pro capite è diminuito di un quarto negli ultimi anni, anche prima dell’invasione dell’Ucraina. È quindi altamente improbabile che V. Putin voglia impegnarsi in un conflitto di lungo periodo… a meno di assumersi il rischio di provocare il collasso dell’economia russa e del suo regime.
Parallelamente, la gestione negativa della pandemia da parte della Cina è risultata sorprendente. Come si è potuto rifiutare l’accesso a vaccini stranieri, quando la popolazione non è protetta da un vaccino efficace, le infrastrutture ospedaliere sono insufficienti, ed è evidente che la variante Omicron è altamente contagiosa? Pertanto, una politica di lockdown rigoroso è diventata inevitabile. Appellarsi al nazionalismo sanitario è poco credibile. Come rinunciare al vantaggio che le autorità cinesi ottengono dal tracciamento sistematico dei codici QR positivi, in termini di controllo dei movimenti delle persone? Il prezzo da pagare per questa politica di lockdown restrittivo è ancora difficile da valutare. Benché, secondo i dati statistici ufficiali, ad oggi poche vite siano andate perse, il prezzo economico è già notevole con molte città che sono state praticamente bloccate nelle attività. Se, dopo Shanghai, dovesse essere colpita Pechino, quale sarebbe l’impatto politico?
Inoltre, come scrive Marc Lambron, siamo piuttosto disposti a “opporre ai crepuscoli annunciati la nascita di nuove speranze”. Sebbene le prospettive di un ordine mondiale che dia maggiore spazio ad aspirazioni di libertà siano incoraggianti, che dire dei mercati? Nel breve periodo, sia l’invasione dell’Ucraina che la pandemia in Cina sono ovviamente cattive notizie, poiché oltre ad alimentare le tensioni inflazionistiche latenti provocano un rallentamento economico a livello globale. La crisi ucraina, al di là delle incertezze geopolitiche innescate, fa aumentare il prezzo dell’energia e dei generi alimentari. Il blocco parziale dell’apparato produttivo cinese, nel frattempo, riduce logicamente l’attività della principale economia manifatturiera mondiale, ma crea anche nuove interruzioni negli approvvigionamenti in molte nostre industrie. In queste condizioni, cercheremo di gestire i rischi dei portafogli con particolare attenzione, tanto più che molte Banche Centrali cercheranno di scongiurare i rischi di derive inflazionistiche fuori controllo attuando politiche monetarie più restrittive.
Nella speranza di contribuire alla vostra serenità in questo periodo di tensioni, colgo l’occasione, Gentile Signora, Egregio Signore, per porgere distinti saluti.