Carmignac P. EM Debt ha registrato un rialzo pari a +6,12% nel quarto trimestre del 2023, a fronte di un apprezzamento dell’indice di riferimento1 pari a +3,79%. Nel corso del 2023, il Fondo ha realizzato una performance positiva del +15,26% rispetto a +8,89% dell’indice di riferimento1.
Il quarto trimestre del 2023 è stato caratterizzato da un forte rally dei tassi di interesse globali e da un contesto di volatilità. Infatti, avendo completato il ciclo di rialzi dei tassi di interesse, sia la Federal Reserve (Fed) che la Banca Centrale Europea (BCE) si trovano ora nella posizione di potersi concedere una pausa e valutare l’impatto del precedente inasprimento della politica monetaria. I rendimenti dei paesi sviluppati sono fortemente calati nel corso del trimestre, con il Bund tedesco che è diminuito dal 2,84% al 2,02%, mentre il rendimento del titolo decennale statunitense è passato dal 4,57% al 3,88%, dopo aver toccato il livello del 5% per gli Stati Uniti. Per quanto riguarda le materie prime, i prezzi del greggio hanno continuato a diminuire con il Brent e il WTI che hanno raggiunto quasi i 75 dollari a barile. I dubbi sulla credibilità dei tagli alla produzione dei paesi OPEC+ e il continuo aumento dell’offerta hanno contribuito al calo, il che favorisce l’attenuarsi dei timori di un’impennata dei prezzi del petrolio entro il 2024.
In termini di tassi di interesse in valuta locale, nel trimestre si sono continuati a registrare tagli dei tassi nell’universo dei mercati emergenti (EM), sia in America Latina che nell’area EMEA, tra cui Ungheria (-75 punti base), Cile (-75 punti base), Brasile (-50 punti base) e Perù (-25 punti base), ma anche in nuovi paesi quali Repubblica Ceca (-25 punti base) e Colombia (-25 punti base). Sebbene per il momento l’inflazione si mantenga al di sopra degli obiettivi fissati dalle Banche Centrali, continua a rallentare in modo convincente. In effetti, il processo disinflazionistico sui mercati emergenti è molto marcato, e si prevede che le Banche Centrali proseguano i cicli di taglio dei tassi. In Cina persiste la ripartenza deludente dell’economia. L’attività del paese si sta stabilizzando, ma a livelli bassi, e gli investitori sono diventati più pessimisti riguardo alle prospettive economiche del paese.
Inoltre sul mercato dei cambi, le valute emergenti hanno continuato ad attrarre gli investitori. Le valute dei paesi esportatori di materie prime e quelle con carry trade elevato, come le valute dell’America Latina, sono rimaste interessanti. Tuttavia, è ancora necessario un approccio selettivo, continuando a monitorare costantemente la bilancia dei pagamenti e i trend dell’inflazione. Ad esempio, attualmente in Brasile il surplus della bilancia commerciale si attesta quasi ai massimi storici e offre il rendimento reale più alto a livello mondiale, quasi pari al 6%. Va sottolineato che, con la conclusione del ciclo di rialzi dei tassi da parte della Fed, si dovrebbe registrare una pressione al ribasso sul dollaro USA nei prossimi mesi, che dovrebbe favorire le valute emergenti.
Per quanto riguarda il credito sovrano, gli spread dei mercati emergenti hanno subìto una forte contrazione durante il trimestre. Attualmente, gli spread si attestano quasi ai minimi storici, in particolare nel segmento investment grade. Lo stesso vale per gli spread in quei paesi che non hanno registrato default o che non sono a rischio di default, e il mercato ha monitorato attentamente situazioni particolari come quelle nei paesi africani.
Dopo aver assunto un posizionamento molto a lungo termine sulla duration, intorno agli 800 punti base, e aver quindi beneficiato del rally dei tassi, abbiamo deciso di ridurla a quasi 350 punti base. In questo contesto, il Fondo ha beneficiato della propria esposizione ai tassi di interesse in valuta locale in paesi come Repubblica Ceca, Messico, Colombia, Brasile, Perù e Sudafrica.
Sul mercato valutario, abbiamo continuato a beneficiare dell’ottimo carry trade delle valute emergenti nel corso del trimestre. Tuttavia, in base alla gestione del rischio, abbiamo ridotto l’esposizione alle valute emergenti, e continuiamo a essere selettivi e attivi in questo segmento. Ad esempio, alla fine del trimestre abbiamo aumentato l’esposizione allo yen giapponese e al dollaro statunitense, realizzando allo stesso tempo profitti sulle valute in portafoglio dell’America Latina quali il real brasiliano, il peso cileno e il peso messicano.
Per quanto riguarda il credito sovrano, abbiamo beneficiato dell’esposizione all’area EMEA e ai paesi dell’America Latina, in particolare attraverso Messico, Colombia, Romania ed Egitto. Tuttavia, abbiamo ridotto l’esposizione a questo debito in valuta estera nel corso del periodo, a seguito del rally e delle valutazioni costose.
Ci troviamo in una fase di disinflazione significativa rispetto ai livelli molto elevati registrati a metà dello scorso anno sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona. Anche se la Fed e la BCE dovessero deludere le aspettative del mercato, riscontriamo l’esistenza di potenziale asimmetrico per i rendimenti. Prevediamo un anno molto positivo per i rendimenti dei mercati emergenti, considerato il nostro scenario di riferimento che prevede stabilità dei rendimenti o allentamento monetario.
A livello di tassi di interesse in valuta locale, stiamo monitorando attentamente le Banche Centrali dei paesi emergenti affinché proseguano i cicli di tagli dei tassi, mentre la Fed e la BCE si sono prese una pausa. Continuiamo a privilegiare paesi come Brasile (grazie alle materie prime) e Messico (uno dei principali beneficiari della diversificazione produttiva rispetto alla Cina), dove i tassi di interesse restano molto elevati. Per il debito dei mercati emergenti denominato in valuta locale, i rendimenti in paesi come Brasile e Messico si avvicinano al 10%.
Nell’ambito del credito sovrano, continuiamo a privilegiare situazioni idiosincratiche che offrono rendimenti più elevati e paesi che nel lungo periodo beneficeranno del fenomeno del “nearshoring”, ovvero del potenziale rimpatrio della catene di produzione in paesi più vicini e più stabili (Romania, Messico, ecc.). Tuttavia, manteniamo una certa cautela e abbiamo aumentato le coperture sui titoli high yield in portafoglio.
Infine, pur avendo ridotto l’esposizione complessiva alle valute emergenti, continuiamo a privilegiare una selezione di valute, su base tattica e opportunistica, principalmente in America Latina, quali il real brasiliano.
Fonti: Carmignac, Bloomberg, 31/12/2023.
1Indice JP Morgan GBI – Emerging Markets Global Diversified Composite Unhedged EUR. Performance della quota FW EUR acc.
*Scala di Rischio del KID (documento contenente le informazioni chiave). Il rischio 1 non significa che l'investimento sia privo di rischio. Questo indicatore può evolvere nel tempo. **Il Regolamento SFDR (Regolamento sull’informativa di sostenibilità dei mercati finanziari) 2019/2088 è un regolamento europeo che impone agli asset manager di classificare i propri fondi in tre categorie: Articolo 8: fondi che promuovono le caratteristiche ambientali e sociali, Articolo 9 che perseguono l'investimento sostenibile con obiettivi misurabili o Articolo 6 che non hanno necessariamente un obiettivo di sostenibilità. Per ulteriori informazioni consultare: https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2019/2088/oj?locale=it. Per le informazioni relative alla sostenibilità ai sensi del Regolamento SFDR si prega di prendere visione del prospetto del oppure fondi delle pagine del sito web di Carmignac dedicate alla sostenibilità fondo https://www.carmignac.it/it_IT/i-nostri-fondi).
Carmignac Portfolio EM Debt | 1.1 | -10.0 | 28.9 | 10.5 | 3.9 | -9.0 | 15.3 |
Indice di riferimento | 0.4 | -1.5 | 15.6 | -5.8 | -1.8 | -5.9 | 8.9 |
Carmignac Portfolio EM Debt | + 3.4 % | + 4.8 % | + 5.3 % |
Indice di riferimento | + 2.2 % | - 0.1 % | + 1.6 % |
Fonte: Carmignac al 31 ott 2024.
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