Intelligenza artificiale in fase di transizione

Dai colossi americani ai nuovi attori internazionali

[Management Team] [Author] Thozet Kevin
Autore/i
Data di pubblicazione
26 febbraio 2025
Tempo di lettura
2 minuto/i di lettura

A due anni dall’esplosione dell’intelligenza artificiale (IA) su larga scala, nuovi attori stanno ridefinendo le opportunità e le situazioni di mercato.

Fonte: Carmignac, Bloomberg, febbraio 2025.

Esattamente due anni fa, la frenesia per l’intelligenza artificiale ha preso piede sui mercati azionari globali, imprimendo nuovo impulso al settore tecnologico e alimentando l’entusiasmo del mercato per quelle aziende statunitensi denominate “magnifici sette”.

Una triade di fattori ha guidato questo clamore da parte degli investitori. In primo luogo, la domanda di una formidabile potenza di calcolo. In secondo luogo, solo una manciata di aziende è in grado di fornire questa potenza di calcolo. Infine, queste aziende fanno molto affidamento su una scheda grafica GPU prodotta esclusivamente da Nvidia. Questa situazione eccezionale ha determinato una revisione al rialzo del 300% delle prospettive di crescita di Nvidia (curva nera nel grafico), con una previsione di fatturato dell’azienda destinato a raddoppiare nell’arco di due anni e a triplicare in cinque anni.

Allo stesso tempo, le prospettive per le aziende del settore meno direttamente coinvolte nella fornitura della componentistica per questa nuova corsa all’oro (potenza di calcolo) sono in fase di stallo. L'emergere di nuovi attori potrebbe ora sconvolgere lo status quo.

DeepSeek e Mistral AI hanno ricevuto una notevole attenzione da parte dei media per via dei loro costi molto ridotti, ma anche altri nomi meno noti, come Qwen 2.5 della società cinese Alibaba e della società canadese Cohere, potrebbero fare colpo.

La porta per investire in questi nuovi operatori potrebbe aprirsi, ma anche per gli attori storici il cambiamento è una buona notizia.

La riduzione dei costi di sviluppo di nuovi modelli di intelligenza artificiale si traduce in un aumento dei tassi di adozione in prospettiva futura, e quindi in un maggiore incremento di produttività legata all’IA. Dato che solo il 25%-35% delle aziende utilizza l’intelligenza artificiale, vi è effettivamente un notevole margine di miglioramento in caso di calo dei prezzi. Questa eventuale estensione dell’intelligenza artificiale a un’utenza più ampia, d’altro canto, garantisce la solidità della domanda di potenza di calcolo a vantaggio di molti attori, sia consolidati che nuovi.

È possibile che l’IA diventi così comune da poterla considerare una materia prima?

Vale la pena porsi questa domanda, dato l’impatto significativo che una risposta affermativa avrebbe sulle valutazioni relative dei produttori di intelligenza artificiale rapportati agli utenti dell’AI e ai fornitori di applicazioni.

Allo stesso tempo, il “momento Deepseek”, che ha lasciato intravedere un’intelligenza artificiale a buon mercato e a minore consumo di energia, potrebbe aver cambiato la percezione di egemonia statunitense dell’IA a fronte di assenza di concorrenza straniera, e contribuito a rendere il settore tecnologico cinese nuovamente “investibile”.

Gli sviluppi nell’ambito dell’intelligenza artificiale e la percezione che si ha di questi ultimi hanno effetti potenzialmente di vasta portata sulla redditività futura dei nostri investimenti. Cerchiamo di essere... intelligenti!

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